domenica 20 febbraio 2011

Dal Mare alla Val Susa

La cosa era stata organizzata per quasi tutto l'inverno. Si erano succeduti numerosi volontari, anche se alla fine siamo rimasti in due.
Riportate le tracce ricavate da Google-Earth sul GPS (come spiegato in un precedente post) e preparate le moto siamo partiti da Genova alla volta di Monesi: punto di partenza.
Protagonisti del giro: Paolo con la sua R800GS e me con il super Cagivone.

La salita che parte dietro ai cassonetti della spazzatura porta all'inizio dello sterrato che da Monesi porta al Saccarello per poi proseguire verso Limone. Pezzo di strada famosa a tutti i fuoristradisti come "La Via Del Sale".

domenica 13 febbraio 2011

Poi dicono che è grossa e pesante...

Qualche tempo fa mi sono messo a discutere con alcuni amici che mi dicevano che andare in giro in città col Cagivone sarebbe stato scomodo e pesante. La moto è grossa, ingombrante. Lo scooterone è molto meglio, agile in città, veloce in autostrada. Dicevano.
Poi un giorno ho parcheggiato la moto tra due scooter...

sabato 12 febbraio 2011

L'altra moto

Quando ero "giovane", (non che sia particolarmente anziano ora) dovevo conciliare l'utilizzo della moto "per tutti i giorni" con l'utilizzo domenicale delle uscite in fuoristrada.
Per anni sono andato alla ricerca della "moto totale" ovvero che soddisfacesse al meglio le mie esigenze: enduro nel week end, utilizzo cittadino durante la settimana, moto per le vacanze d'estate.
Il vero compromesso ovviamente non esiste. La moto che più si è avvicinata a questa idea di moto totale è stata la KTM LC4 SC400 del 1996. Con le dovute modifiche se l'utilizzo era di vero off road o enduro stradale. Ma anche questa era pesante nelle uscite domenicali (anche se all'epoca  l'alternativa 4T non c'era, se volevi una moto leggera dovevi per forza andare sul 2T)  e, malgrado sella morbida e imbottita e rapporti allungati, un po' scomoda per usarla nelle vacanze (ci sono comunque andato fino in Normandia con la fidanzata...).
L'ideale rimane avere due moto. All'epoca non potevo permettermi l'acquisto di due moto, due assicurazioni ecc.
E' ormai un po' di anni che sono riuscito ad avere due moto: una per l'enduro ed una per l'uso più stradale. Anche se con quest'ultima non disdegno il fuoristrada turistico.
Si tratta di una Cagiva Elefant 750LE del 1994.
L'acquisto è stato valutato attentamente. Volevo una moto che avesse un certo fascino e "storia" (chi non si ricorda il mitico Edi Orioli che volava sulle dune nelle Dakar degli anni 90?), fosse esteticamente gradevole, comoda per i viaggi, ad un prezzo abbordabile rispetto le condizioni della moto, affidabile.
E' vero che su questa ultima  affermazione le Cagiva Elefant non hanno grande fama ma i difetti di questa moto erano noti (sull'impianto elettrico) e una volta messi a punto non avrebbero più annoiato. Di fatto l'unica volta che mi ha lasciato a piedi è perché mi ero scordato di fare benzina...!!!
La serie prodotta dopo il '90 (Cagiva ha prodotto una prima serie dal 1985 nelle motorizzazioni 350, 650 e successivamente nell' 1988 750) era figlia delle Elefant portate alla Dakar da campioni come Ciro De Petri, Edi Orioli, Danny La Porte, ecc., nelle cilindrate 900ie fino al 92 e poi a carburatori dal 1993. Nel 1994 Usci anche il 750 (con lo stesso motore che nel 1996 avrebbe equipaggiato il Ducati Monster).
La moto l'ho sistemata come andava ed ora vanta un monoammortizzatore Ohlins e delle forcelle Marzocchi Magnum da 45, protezioni tubolari per il serbatoio, disco freno anteriore a margherita e doppi cerchi: due gommati stradali e due gommati per il fuoristrada.
La foto sopra si riferisce al giro che ho accennato nel precedente post.

domenica 6 febbraio 2011

Da Google-earth alle montagne della Val Susa.

Tantissimi anni fa (una ventina?...) un amico mi disse che era possibile andare dal mare della nostra Liguria alla Val Susa in fuoristrada percorrendo tutto l'arco alpino occidentale, dicendomi che lui (o suoi conoscenti... non ricordo) lo avevano fatto.
Nel 1992, armato di cartine escursionistiche, avevo organizzato un giro esplorativo finito malissimo: l'esperienza era poca e ci eravamo subito persi finendo in una gola, passando in posti con le moto dove pure gli stambecchi ci guardavano ridendo mentre calavamo le moto con le corde (ancora oggi mi chiedo se ero più incosciente io o chi mi ha seguito nell'impresa).
Per anni mi è rimasto il "cruccio" di questa avventura finché l'anno scorso ho deciso di riprovare la cosa sulla base di un articolo letto su una nota rivista. Rispetto al 1992 però avevo dalla mia parte non solo delle cartine escursionistiche ma un GPS e soprattutto Google-Earth!


Lo scopo era patire da Monesi (da dove parte la strada militare anche detta "Via del sale") e arrivare proprio a Sauze d'Oulx in fondo alla Val di Susa.

mercoledì 2 febbraio 2011

Dakota 20 il GPS per l'enduro

Ho acquistato il mio primo GPS nel 1998. Lo avevo comprato perché, avendo fatto un viaggio in Tunisia l'anno prima, mi ero reso conto dell'importanza di questo strumento soprattutto in Africa dovendo fare un secondo viaggio in Libia (ne parlerò più avanti... di queste chicche del passato).
Tuttavia non avevo subito preso in considerazione di utilizzarlo per i "giri" in enduro. A partire dal 2002 sono riuscito ad "installare" il GPS sulla mia vecchia EXC 400 del 2001 e lo avevo montato come da foto: