Sono dovuto andare due settimane a Cape Town, in Sud Africa, per lavoro. Parlandone con il mio compagno di avventure Danilo, che si è aggregato per una vacanza, ci siamo chiesti se fosse stato possibile fare un po' di enduro nella terra dove si svolge il mitico Roof of Africa.
Dopo una breve ricerca su internet sono approdato nel forum degli enduristi di Cape Town http://www.cape-enduro.co.za/ e ho postato una richiesta: c'era qualcuno che poteva organizzarci un giro di una giornata di enduro incluso il noleggio delle moto?
Dopo alcune proposte ho contattato Graham Hedgcock, pilota che corre per la KTM Cape Town e che ha partecipato ad alcune edizioni del Roof of Africa. Dopo alcune mail per metterci d'accordo sulle modalità e sul tipo di enduro che cercavamo ci siamo dati appuntamento una volta arrivati a Cape Town.
A dire il vero pensavo che, come da noi, ci si vedesse in qualche posto, si inforcassero le moto e si partisse per qualche giro sulle pendici della Table Mountain e dintorni.
Invece durante il breefing (davanti ad una ottima “Windoek” la birra della Namibia) Graham ha spiegato che fare enduro “a caso” è decisamente pericoloso in Sud Africa poiché nelle aree “Parco” è severamente vietato dalla legge e la cosa peggiore è capitare a fare fuoristrada in qualche proprietà privata perché ti sparano (nel vero senso della parola!).
Di conseguenza avremmo caricato le moto sul furgone e saremmo andati a fare enduro nella tenuta di un suo amico ad un centinaio di km da Cape Town.
Ci siamo dati appuntamento molto presto poiché essendo estate (era febbraio e in Sud Africa le stagioni sono invertite rispetto alle nostre) le temperature, soprattutto all'interno, si sarebbero alzate parecchio. Caricate le moto siamo partiti per la tenuta ( ho pensato: ci porterà nel “pistino” da cross dell'amico...?!?).
Invece dopo un paio d'ore siamo arrivati ad un cancello in mezzo al nulla che dava sulla tenuta. Credo fosse grande come la provincia di Alessandria e comprendeva montagne, fiumi, laghi piantagioni, ecc.
Scaricate le moto e prese le misure con i KTM 250 2T 2010 in dotazione ci siamo vestiti (stivali, casco, ecc. ce li siamo portati da casa) e siamo partiti.
Non sapendo effettivamente quale fosse il nostro livello di preparazione Graham ha deciso prima di farci iniziare sul facile per vedere come ce la cavavamo.
Abbiamo fatto un percorso attraversando delle collinette dove si cominciava a salire di quota e dove soprattutto si cominciava a scorgere l'immensità e la bellezza del posto.
Abbiamo anche avvistato degli Impala (che però non siamo riusciti a fotografare!)
La nostra guida, verificato che salivamo senza problemi, ci ha fatto fare una pietraia che cominciava ad essere impegnativa, fino ad un punto di panoramico che ci ha lasciati a bocca aperta.
Fatte le foto di rito, siamo di nuovo scesi di quota e abbiamo fatto un bel sottobosco con alcuni guadi.
Poi abbiamo cominciato a percorrere il letto di un fiume secco che ci ha impegnato non poco in alcuni passaggi.
A questo punto Graham, visto il nostro divertimento, ci ha proposto di tagliare in costa la catena delle montagne e fare un percorso un po' più impegnativo raccomandandoci sempre di dirgli se eravamo stanchi così da non strafare. Faceva molto caldo!
Fortunatamente ci aveva preparato le camel bag (una a testa) riempite per metà di ghiaccio e metà con acqua e gatorade: abbiamo avuto per tutto il tempo il liquido dissetante ad una temperatura sempre gradevole.
I pietroni sulla nostra strada di facevano sempre più massicci e il caldo sempre più opprimente.
Fermati per riprendere un po' di fiato Graham si è buttato in avanti per trovare qualche strada alternativa.
A guardarlo bene come guidava e si arrampicava sui pietroni ci siamo resi conto che era un professionista. Dopo un po' di pietroni stile Roof of Africa siamo arrivati ad uno sterrato che portava ad un laghetto dove abbiamo ripreso le forze e ci siamo rinfrescati un po'.
Ripresa la via del rientro abbiamo fatto ancora un bel po' di pietre e dei tratti dove abbiamo dovuto accompagnare le moto per i passaggi impervi.
Faceva veramente caldo ma ormai eravamo quasi arrivati alla fine del giro.
Graham è stata una guida professionale che ha adattato il percorso in base alle nostre reali capacità senza mai strafare.
Nella tenuta del suo amico, vicino a dove avevamo parcheggiato il furgone c'era anche la piscina: ciliegina sulla torta di una giornata di enduro strepitoso.
Il tutto per poco più di un centinaio di euro a testa incluso il noleggio delle moto!
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